Continui l'iter di richiesta asilo in Italia

L’Italia è infatti uno dei paesi europei che hanno il tasso di protezione internazionale più alto. Lo scorso anno (2014) era riconosciuto una forma di protezione al 60 per cento dei richiedenti asilo intervistati, a confronto del 45 per cento della media europea.

In Italia il d.l.142/2015 preveda che una persona venga considerata richiedente asilo sin dal momento in cui manifesta verbalmente la volontà di chiedere protezione, le domande di asilo vengono poi formalizzate in Questura. L’accoglienza di sviluppa in due fasi: prima accoglienza (Hotspot, CAS; CARA) durante la quale si avviano le pratiche si fanno i primi screening sanitari e seconda accoglienza più strutturata (SPRAR), che consiste in un percorso di (ri)conquista dell’autonomia.

A 60 giorni dalla richiesta di protezione, la Questura rilascia un permesso di 6 mesi con possibilità di lavorare. Tale richiesta viene poi esaminata da apposite Commissioni territoriali che possono accoglierla o rifiutarla.

Se la domanda è accolta, viene rilasciato un permesso di soggiorno di durata variabile: asilo politico (5 anni), protezione sussidiaria (5 anni), protezione umanitaria (2 anni). Chi ottiene la protezione rimane nei centri per un periodo di 6 mesi, chi ottiene un diniego può presentare ricorso avverso alla decisione della Commissione e ha diritto rimanere nel centro fino alla chiusura del primo grado del ricorso.

Le condizioni di accoglienza sono molto difficili e disomogenee sul territorio nazionale. Dal punto di vista delle possibilità di integrazione in Italia, non esiste un programma nazionale che permetta a tutti i rifugiati di seguire dei percorsi individuali finalizzati a all’inserimento, ma solo delle iniziative del privato sociale.

Ricomincia?

Note e fonti: SPRAR, l'Internazionale: Come funziona il diritto d’asilo in Italia